Tra i cantanti jazz sperimentali oggi in Italia è uno dei più interessanti: voce duttile, stile inclassificabile e gusto per l’avventura musicale, John De Leo ha dato vita al quartetto Jazzabilly, un progetto cui pensava da anni. In cui rock’n’roll e jazz si mescolano in modo sconcertante e divertente. Presley e Coltrane, gli Stray Cats e gli standard sono accostati e trasformati con gusto spregiudicato da De Leo alla scoperta di connessioni tra repertori apparentemente incompatibili. Tutto secondo uno spirito ludico in cui voce e strumenti giocano a far capriole, spiazzare, saltare tra gli stili, ma con coerenza e curiosità. Complice un trio non meno brillante e, in questo caso, due ospiti d’eccezione: Rita Marcotulli, improvvisatrice inarrivabile dal suono unico e ispirato, e l’estroso, fidato ma al tempo stesso imprevedibile, trombonista Gianluca Petrella.
mar – Museo d’Arte della Città di Ravenna |
29 giugno 2024 | ore 21:30
Philharmonic Five Stile viennesee
Tibor Kováč violino
Lara Kusztrich violino
Elmar Landerer viola
Edison Pashko violoncello
Adela Liculescu pianoforte
musiche di Sergej Prokof’ev, Robert Schumann, John Williams, Fritz Kreisler, Giacomo Puccini, Charles Aznavour,
Tibor Kovácˇ, Gustav Mahler, Dave Tarras, Sylvia Neufeld
Un piccolo ensemble per grandi sfide musicali. Quattro solisti dei leggendari Wiener Philharmoniker, accompagnati al pianoforte, si sono uniti per reinventare il concetto di orchestra con scelte esecutive particolarmente originali. L’ensemble viennese ama invitare il pubblico in viaggi inaspettati ed elettrizzanti attraverso epoche e stili musicali apparentemente lontani tra loro, dai grandi classici al pop, dal cinema al balletto, passando per il grand opéra, la chanson francese e il repertorio klezmer. Non il solito crossover, ma una sfida virtuosistica che chiama in causa collegamenti sorprendenti e prassi altamente sofisticate. Una Mission Possible, come recitava il titolo del loro primo album, uscito nel 2018, quando i “Phil Five” cominciarono la loro avventura in quintetto nella capitale mondiale della grande musica.
Omaggio a Byron nel bicentenario dalla morte (1788-1824)
mar – Museo d’Arte della Città di Ravenna |
27 giugno 2024 | ore 21:30
Omaggio a Byron nel bicentenario dalla morte (1788-1824) Ian Bostridgetenore Julius Drakepianoforte
testi di Lord Byron letti da Lucasta Miller
musiche di Isaac Nathan, Johann Carl Gottfried Loewe, Robert Schumann, Franz Schubert, Ludwig van Beethoven,
Johannes Friedrich Fröhlich, Felix Mendelssohn-Bartholdy, Fanny Mendelssohn-Bartholdy Hensel, Hugo Wolf
Ian Bostridge e Julius Drake, indiscutibilmente tra i più autorevoli interpreti del repertorio liederistico, sono chiamati a seguire le tracce di quell’eccentrico e avventuroso poeta romantico che fu George Gordon Byron. Allora, ecco le Melodie ebraiche, versi che egli scrisse proprio in vista della collaborazione con il compositore Isaac Nathan, ma alle quali diedero voce e suono anche Schumann e Loewe e Beethoven. Wilhelm Müller, invece, autore dei testi di cicli quali Die schöne Müllerin e DieWinterreise di Franz Schubert, conosceva a fondo l’opera del poeta inglese e, come lui, sosteneva la causa dell’indipendenza della Grecia. A sottolineare poi con più forza le emersioni del fiume carsico byroniano lungo la storia del Lied ottocentesco, la lettura di testi dello stesso Lord Byron affidati alla voce di Lucasta Miller, scrittrice e critica letteraria.
Basilica di Sant’Apollinare in Classe |
23 giugno 2024 | ore 21:30
Messa per Sant’Apollinare
La Cappella Marciana direttore Marco Gemmani
Giovanni Legrenzi Messa a San Marco per Sant’Aponal (Sant’Apollinare) Venezia 1670
È nei primi secoli del Cristianesimo che l’area padana viene evangelizzata, ed è per questo che spesso le più importanti città condividono gli stessi santi martiri fondatori. Così, il 23 luglio, nella Basilica di San Marco, si celebra solennemente la memoria di Sant’Apollinare, lo stesso protovescovo che Ravenna ha eletto a patrono e di cui conserva i resti. Nel 1670, maestro di cappella nella basilica veneziana era Giovanni Legrenzi, chiamato con ogni probabilità a comporre anche per quella occasione. Del resto, il nome del compositore bergamasco è uno di quelli cui si riconosce un’importanza capitale nello sviluppo della musica strumentale, tanto da aver posto le basi per le fortune del secolo successivo – anche se non è certo che Antonio Vivaldi sia stato suo allievo, certamente ha ascoltato la sua musica e ne ha fatto propri i tratti fondamentali.
musica di Igor’ Stravinskij libretto di Charles Ferdinand Ramuz
voce, adattamento scenico e regiaMimmo Cuticchio
Solisti dell’Orchestra Giovanile Luigi Cherubini direttore Giovanni Conti
«Coloro i quali pretendono di non poter godere perfettamente della musica se non chiudendo gli occhi, non la sentono meglio di quanto accadrebbe se li tenessero aperti; anzi, l’assenza di distrazioni visive offre loro la possibilità di abbandonarsi a fantasticherie cullate dai suoni», così scrive Stravinskij. E allora, perché non affidare ai pupi, fratelli di Petruška, che proprio il compositore russo riteneva «l’eterno, l’infelice eroe di tutte le fiere, di tutti i paesi», un nuovo racconto della contesa tra il soldato e il diavolo per il possesso di un violino? L’intelligenza visiva e uditiva dell’ascoltatore allora troverà alimento dalla narrazione nello stile del “cuntu” di Mimmo Cuticchio e dalla gestualità dei suoi pupi, mentre i Solisti della Cherubini, guidati dal giovanissimo Conti, animeranno la partitura.
nel centenario della nascita di Luigi Nono (1924-1990)
Artificerie Almagià |
08 giugno 2024 | ore 21:00
Nel centenario della nascita di Luigi Nono (1924-1990) Il Nuovo e l’Antico
La Stagione Armonica direttoreSergio Balestracci Roberto Fabbricianiflauto basso Alvise Vidolinlive electronics e nastro magnetico
Tomás Luis de Victoria
brani da Officium Hebdomadae Sanctae in Passione Domini
Luigi Nono Das atmende Klarsein per piccolo coro, flauto basso, live electronics e nastro magnetico
È un rapporto straordinariamente fecondo quello che lega la “nuova musica” italiana del secondo dopoguerra con la storia. In particolare, per Luigi Nono la tecnologia consente di rielaborare tecniche di emissione sonora, riverberi e rapporti con lo spazio, in continuità con l’antica tradizione veneziana, quella che ripercorre nell’oramai celebre Das atmende Klarsein qui affidato anche a due suoi fedeli collaboratori, Roberto Fabbriciani e Alvise Vidolin. Una meditazione sulla morte che prende le mosse, con la sapiente cura di Massimo Cacciari, dalle Elegie Duinesi di Rilke e da testi su lamine orfiche ritrovate in tombe di defunti iniziati a culti misterici. Alla morte e al rapporto dell’umano col divino si rivolge anche il contrappunto vocale di cui si nutrono i brani dall’Ufficio della Settimana Santa di Tomás Luis de Victoria, il grande compositore spagnolo attivo nella Roma di Palestrina.
L’Amfiparnaso di Orazio Vecchi Comedia harmonica per coro a 5 voci miste e attori (revisione di Sergio Balestracci)
La Stagione Armonica direttore Sergio Balestracci regia Alessandro Bressanello
Alessia Donadio, Alessandro Bressanelloattori Carlo Rossicembalo Silvia De Rossoviola da gamba Sergio Balestracciflauto
Riuscire a virare l’espressività del madrigale polifonico verso il comico, caricandolo di una teatralità popolare inedita nella pratica del canto a libro rinascimentale non è impresa da tutti. Tra i pochi che hanno saputo farlo è Orazio Vecchi, maestro di cappella nel duomo di Modena tra Cinque e Seicento. I suoi modelli letterari, infatti, non furono i poeti in voga all’epoca (Tasso, Guarini, Petrarca), bensì poeti dialettali come Giulio Cesare Croce, autore delle avventure di Bertoldo. Nella “comedia harmonica” L’Amfiparnaso, intervengono così il vecchio Pantalone, avaro e balbuziente, il suo servo Predolino, la classica coppia di innamorati e il pedante Graziano: in un teatro che si nutre di continue allusioni, mentre la musica asseconda la libera commistione di suono, canto, recitazione, danza e mimo. Non a caso, vera specialità dei Comici dell’arte.
Milano Marittima, Rotonda Primo Maggio |
06 giugno 2024 | ore 21:30
Il Trebbo in musica 2.4 Incontro con Pupi Avati su musica, film e vita
Quartetto Jazz
Teo Ciavarella pianoforte Checco Coniglio trombone Alfredo Ferrario clarinetto
Francesco Angiuli contrabbasso
prima assoluta
con il contributo di Cooperativa Bagnini Cervia
Quello di Pupi Avati è un cinema che si è nutrito di luoghi familiari, umori novecenteschi, sentimenti veri e mai urlati, timidezze castranti e orrori inattesi, in perfetto equilibrio tra rassicurazioni e imprevisti; un cinema che alla musica ha sempre riservato un ruolo importante. Anche perché fu il jazz la prima musa del maestro bolognese, la cui filmografia annovera titoli come Jazz Band, Dancing Paradise e Bix, probatori di una passione che lo portò a incrociare la strada di un talento straordinario come quello di Lucio Dalla. Del resto, la carriera di Pupi Avati è fatta anche di collaborazioni di lungo corso proprio con musicisti e compositori come HenghelGualdi, Amedeo Tommasi e Riz Ortolani, a loro volta protagonisti di stagioni cruciali della musica italiana.
Milano Marittima, Arena dello Stadio dei Pini |
13 giugno 2024 | ore 21:30
Il Trebbo in musica 2.4
Omaggio a Giacomo Puccini per i cento anni dalla morte (1924–2024) Laura Morante inPrime donne
Le figure femminili nell’opera di Giacomo Puccini
testo a cura di Laura Morante musiche di Giacomo Puccini ideazione a cura di Elena Marazzita
Laura Morantevoce recitante
Francesca De Blasi soprano
Davide Alogna violino
Antonello d’Onofrio pianoforte
AidaStudio Produzioni
con il contributo di Cooperativa Bagnini Cervia
Donne sensibili e sensuali, forti e vitali, spesso inesorabilmente votate al sacrificio di sé. Dal catalogo operistico di Giacomo Puccini emerge una sorta di caleidoscopio femminile: in ogni titolo la personalità di una diversa protagonista si dipana attraverso il destino cui maestro e librettisti l’affidano. Storie straordinarie che rivivono nella narrazione di un’attrice di talento come Laura Morante: Tosca, affascinante, altera e gelosa, capace di punire con un gesto estremo chi vorrebbe violare la sua dignità; Turandot, misteriosa e prigioniera di sé stessa, si nega alle gioie dell’amore; Manon, dilaniata tra opposti sentimenti, dalla gioia più contagiosa alla più oscura vulnerabilità; e ancora la fragile Butterfly, vittima di un sogno irrealizzabile. A esaltarne il carattere, ovviamente, la musica di Puccini.
Basilica di Sant’Apollinare in Classe |
24 maggio 2024 | ore 21:30
Franz Joseph Haydn La Creazione Die Schöpfung
Oratorio per soli, coro e orchestra Hob:XXI:2
direttoreOttavio Dantone
Charlotte Bowden soprano Martin Vanbergtenore Andre Morsch basso
Accademia Bizantina
Philharmonia Chor Wien direttoreWalter Zeh
Quando Haydn, libero dall’obbligo di residenza presso la famiglia Esterházy, seppur non più giovane accetta l’invito dell’impresario Salomon a Londra, “scopre” il successo lì riscosso dagli oratori di Händel. Di ritorno a Vienna, porta con sé un libretto ispirato alla Genesi e a Paradise lost di Milton, che, tradotto in tedesco da Gottfried van Swieten, diviene la base del suo oratorio più celebre. L’idea della creazione del mondo si sviluppa nel processo di elaborazione formale, sin dalla celebre Ouverture, La rappresentazione del caos, ma quando l’arcangelo Raffaele inizia a narrare la Genesi, il coro annuncia la luce e un improvviso accordo di do maggiore libera il processo creativo annunciando la vita. Quale miglior sodalizio – Accademia Bizantina con il Coro viennese – per restituirne la raffinata ricchezza?