Basilica di Sant’Apollinare Nuovo |
Disponibile fino al 31 dicembre 2022
Omaggio a Pier Paolo Pasolini Accademia Bizantina Ottavio Dantoneclavicembalo e direzione
Alessandro Tampieri, Ana Liz Ojeda violini
Marco Massera viola
Alessandro Palmeri violoncello
Tiziano Bagnatil iuto
Marco Brolli flauto traverso
Johann Sebastian Bach Musikalisches Opfer (Offerta musicale) BWV 1079
La genesi di questo ciclo di canoni, fughe e una sonata per flauto e violino dedicata a Federico il Grande di Prussia è una di quelle vicende straordinarie della vita di Bach narrata da Johann Nikolaus Forkel, il suo primo biografo. Nel 1747, in visita a Potsdam, dove il figlio Carl Philipp Emanuel era clavicembalista presso la corte dello stesso Federico II, Bach chiese al re, flautista, compositore e filosofo, un tema su cui improvvisare una fuga. Una volta tornato a Lipsia, il thema regium diede origine all’Offerta musicale, uno dei vertici del pensiero bachiano e della scrittura contrappuntistica di tutti i tempi. Che Accademia Bizantina interpreta immergendosi nelle complesse trame strumentali seguendo sempre il suggerimento che Bach stesso propone nel Canon perpetuus: “Quaerendo invenietis”, cercate e troverete.
Basilica di Sant’Apollinare in Classe |
Disponibile fino al 31 dicembre 2022
Omaggio a Pier Paolo Pasolini Ensemble Zefiro
Alfredo Bernardini oboe e direzione
Johann Sebastian Bach
Concerti brandeburghesi BWV 1046-1051
Non si può dire con certezza cosa abbia indotto Bach a raggruppare questi Concerts avec plusieurs instrumentsin un’unica raccolta e quali speranze coltivasse nel dedicarli e inviarli, nel marzo 1721, a Christian Ludwig margravio di Brandeburgo – è uno dei tanti misteri che avvolgono la sua biografia. Non c’è dubbio però che ognuno dei sei concerti sia un mondo sonoro a sé e che a unirli sia proprio la singolare diversità, tanto che in essi l’autore sembra esplorare ogni possibilità della forma “concerto” arrivando a stilarne una sorta di sistematico catalogo dimostrativo. Stile italiano, gusto francese, severità tedesca, polifonia e omofonia, stile da chiesa e da camera si alternano, secondo quegli inediti impasti timbrici che l’ensemble Zefiro, forte di un’esperienza internazionale ultratrentennale, saprà ricreare ad arte.
Basilica di Sant’Apollinare in Classe |
Disponibile fino al 31 dicembre 2022
The Canticles
di Benjamin Britten
Ian Bostridge tenore Alexandre Chance controtenore Mauro Borgioni baritono Julius Drake pianoforte Antonella De Franco arpa Federico Fantozzi corno
Sacro e profano si intrecciano intimamente in queste cinque miniature che Britten ha composto in momenti diversi, tra il 1947 e il 1974, su testi poetici antichi ma anche di autori contemporanei, Edith Sitwell e T.S. Eliot. A riunirle, riferimento comune era la voce tenorile di Peter Pears, oggi affidata a Ian Bostridge, che con il pianista Julius Drake è tra gli interpreti più autorevoli di The Canticles. In cui emergono i toni amorosi e nostalgici di My beloved is mine, meditazione sul Cantico di Salomone del poeta seicentesco Francis Quarles, o il dolore attonito di Abramo e Isacco, padre e figlio di fronte al sacrificio estremo: con una teatralità frutto della stessa fucina di opere quali Billy Budd e The Turn of the Screw, ma che rinuncia all’azione drammatica sublimata nell’impasto di voci soliste e pochi strumenti.
Teatro Rasi |
Disponibile fino al 31 dicembre 2022
Omaggio a Pier Paolo Pasolini
il Johann Sebastian Bach di Pasolini
dalla poesia al cinema
Giuseppe Gibboniviolino Ermanna Montanarivoce
Sonate e Partite di Johann Sebastian Bach testi di Pier Paolo Pasolini drammaturgia Marco Martinelli
Sonata per violino solo n. 1 in sol minore BWV 1001 Adagio, Fuga. Allegro, Siciliana, Presto
Partita per violino solo n. 2 in re minore BWV 1004 Ciaccona
Partita per violino solo n. 3 in mi maggiore BWV 1006 Preludio, Loure, Gavotte en rondeau
produzione originale di Ravenna Festival
Il primo amore di Pier Paolo Pasolini per la musica fu per i Soli per violino di Bach. Glieli fece conoscere la violinista slovena Pina Kalc durante il soggiorno in Friuli. Era il 1943. Egli fu anche tentato dall’idea di imparare a suonare il violino, ma desistette. Nacquero però gli Studi sullo stile di Bach, scritto musicologico ispirato alle Sonate e Partite per violino BWV 1001-1006. Non finì neanche quello, ma trascinò la fascinazione bachiana nei suoi film, da Accattone a Il Vangelo secondo Matteo. I Soli senza basso, cioè privi di accompagnamento, sono l’altra faccia di Bach: non il severo organista, ma il sensuale e raffinato maestro dell’arco, capace di contenere in una voce unica luce e penombra, pensiero astratto e materialità del discorso. La carne e il cielo, dirà Pasolini.
Palazzo Mauro De André |
Disponibile dal 7 giugno al 31 dicembre
Omaggio a Pier Paolo Pasolini
Mahler Chamber Orchestra Daniel Hardingdirettore
Azio Corghi …tra la carne e il cielo drammaturgia poetica di Maddalena Mazzocut-Mis da Pier Paolo Pasolini per violoncello concertante, voce recitante maschile, soprano, pianoforte e orchestra
Prima esecuzione assoluta 2 novembre 2015 su commissione del Teatro Giuseppe Verdi di Pordenone nei 40 anni dalla morte di Pier Paolo Pasolini
Ludwig van Beethoven Egmont, Ouverture in fa minore op. 84
Antonín Dvořák Sinfonia n. 7 in re minore op. 70
Una voce recitante maschile in stereofonia con una voce lirica femminile; un violoncello solista che offre gli incipit di tutte e sei le Suites che Bach scrisse per questo strumento, il pianoforte e l’orchestra. Nel 2015, per i 40 anni della morte di Pasolini, Azio Corghi immaginò in questo modo l’incontro “impossibile” tra Bach e uno dei più grandi intellettuali italiani, di cui il 2022 segna il centenario della nascita. Questo lavoro sinfonico-poetico, capace di rievocare vita e pensiero pasoliniano, prende il nome dalla geniale definizione che Pasolini seppe dare di Bach, in lotta “tra Carne e Cielo”, tra la corporeità e il sublime, contribuendo così a una nuova chiave di lettura della musica del Kantor, qui in dialogo con l’Ouverture “Egmont” che Beethoven scrisse ispirandosi al dramma di Goethe sul condottiero belga, e alla Settima Sinfonia di Dvorak, chiamata anche “Sinfonia del tempo torbido”, sottotitolo poetico adatto alla figura di Pasolini, pensatore puro prestato a tempi oscuri.
Il quintetto rimase sempre la formazione preferita da Astor Piazzolla. Nel 1960 formò il suo primo ensemble, per nulla intimorito dalle ridotte dimensioni dell’organico. I cinque strumenti solisti riuscivano invece a interpretare più agilmente l’elettrica vitalità di Buenos Aires, con una varietà melodica e armonica sconosciuta alle imponenti macchine orchestrali. Violino, chitarra, contrabbasso, pianoforte e lo struggente bandoneón, la voce principe del tango, sono gli strumenti scelti dalla Fondazione Astor Piazzolla per il “Quinteto” che da oltre vent’anni porta nel mondo il nome del compositore argentino, suonandone gli arrangiamenti autografi e riscoprendo brani tratti dal suo sterminato catalogo. Un laboratorio permanente che proietta nel futuro un’eredità musicale che sembrava irripetibile.
È dai travagli personali e artistici che nascono i capolavori. Il 1779 è un anno nero per Mozart: muore la mamma, sfumano incarichi stabili a Mannheim e Parigi. I fatti lo costringono a tornare nella “prigione” di Salisburgo, dove si compone “solo per le sedie“. Il passaggio all’età adulta è segnato però da una Sinfonia concertante per due strumenti solisti in cui la speranza nel futuro (lo scintillio del violino) dialoga con il timbro scuro e meditativo della viola. Anche Dvořák, a quasi cinquant’anni, è a caccia di un’identità autonoma che scavi un solco tra la tradizione germanica e il folklore nazionale. ”Non mi si derida. Io non sono solo un musicista, sono un poeta”, rivendica nel 1889 dando alle stampe la sua Ottava Sinfonia, tutta scritta per immagini, col marchio iniziale di un lungo sospiro malinconico che apre il vaso dei ricordi.
“Dedico questa serata, da ferito a morte, non ai morti, ma ai feriti dell’orrenda strage”. Un anno dopo lo sconquasso della stazione di Bologna – esattamente quattro decenni or sono – Carmelo Bene salì sulla torre degli Asinelli, ascendendo al cielo nel cuore di una città che si leccava le ferite, e di fronte al pubblico di un concerto rock rese immortali una volta di più le parole del Poeta, con una Lectura Dantis rimasta scolpita nella storia. Per riproporla oggi occorreva il coraggio di Arto Lindsay, agitatore di culture e scompigliatore di linguaggi, uno che superò il punk da sinistra, coniando una grammatica rigorosamente analfabeta dellachitarra, utilizzata poi per creare confusione tra le suadenti maglie del samba brasiliano. E per infondere oggi nuova elettricità a un pezzo della nostra Storia.
Nel primo anniversario della scomparsa di Ennio Morricone, Tosca e la Roma Sinfonietta gli rendono omaggio con un concerto monografico. Il programma è ispirato al disco Focus con le musiche create da Morricone per la cantante portoghese Dulce Pontes, canzoni e nuovi arrangiamenti di brani dalle più famose colonne sonore. Per Tosca, invece, il compositore romano scrisse canzoni comprese nell’album Incontri e passaggi, mentre con la Roma Sinfonietta collaborò, nel corso di una quindicina d’anni, sia per le incisioni discografiche sia dirigendola in numerosi concerti nel mondo. Sul podio in quest’occasione ci sarà Paolo Silvestri, jazzista e interprete dalle molte competenze, oltre che autore di musiche per il teatro e il cinema. A completare il quadro, un solista di spicco come Javier Girotto.