Teatro Alighieri |
Disponibile dal 18 luglio al 17 agosto 2022
Fanny & Alexander Addio Fantasmi tratto dal romanzo omonimo di Nadia Terranova (Einaudi, 2018)
regia Luigi De Angelis drammaturgia e costumi Chiara Lagani in scena Anna Bonaiuto e Valentina Cervi
coproduzione Ravenna Festival, E Production / Fanny & Alexander, Infinito Produzioni, Progetto Goldstein, Argot Produzioni prima assoluta
Ida è sbarcata a Messina: la madre l’ha richiamata in vista della ristrutturazione dell’appartamento di famiglia. Circondata dagli oggetti di sempre, è costretta a fare i conti col trauma antico della scomparsa del padre, che una mattina è andato via e non è più tornato. Sulla sua mancanza si sono imperniati i silenzi con la madre, un’identità fondata sull’anomalia, persino il rapporto col marito. Ma ora che la casa d’infanzia la assedia, deve spezzare il sortilegio e far uscire il padre di scena. Lo spettacolo, a partire dall’ossessione dello spazio fisico della casa che cade a pezzi e che va sovrapponendosi con lo spazio psichico, libera i fantasmi che rivivono attorno a madre e figlia, per esorcizzarne la potenza e rimettere in circolo le immagini fondamentali che regolano i rapporti più ancestrali.
Chiostro del Museo Nazionale |
17 luglio 2022 | ore 21:30
Arete String Quartet
Chae-Ann Jeon, Dong-Hwi Kim violini
Yoon-sun Jang viola
Seong-hyeon Park violoncello
Franz Joseph Haydn quartetto in si minore op. 33 n. 1 Hob. III: 37
Alban Berg Lyrische Suite per quartetto d’archi
Robert Alexander Schumann quartetto in fa maggiore op. 41 n. 2
in collaborazione con Scuola di Musica di Fiesole ECMA – European Chamber Musica Academy
Un reverente omaggio al genere del quartetto: come definire altrimenti un programma che mette insieme tre pietre miliari della letteratura dedicata al più “nobile” degli organici cameristici, accomunate inoltre da una vena intensamente poetica. A partire dal primo dei Quartetti “russi” di Haydn, che Mozart amava particolarmente, appartenenti alla serie che l’autore stesso definiva «in forma interamente nuova, come mi è riuscito di fare dopo non averne più scritti per dieci anni», seguito dall’opera che decretò la maturità di Schumann anche in questo arduo campo, e infine dall’inconfondibile lirismo dodecafonico di Alban Berg. Il tutto affidato al Quartetto Arete, già pluripremiato seppure nato solo nel settembre 2019 dall’incontro di quattro giovanissimi quanto talentuosi coreani, ora legati a quella prestigiosa fucina che è la scuola fiesolana.
Teatro Alighieri |
Disponibile fino al 31 dicembre 2022
Omaggio a Micha van Hoecke
Canto per un poeta innamorato. Dedicato a Micha
Miki Matsuse van Hoecke ideazione e regia coreografie di Micha van Hoecke riprese da Miki Matsuse
con la partecipazione di Luciana Savignano e Manuel Paruccini interpreti Rimi Cerloj, Viola Cecchini, Yoko Wakabayashi, Chiara Nicastro, Giorgia Massaro, Francesca De Lorenzi, Martina Cicognani, Marta Capaccioli, Gloria Dorliguzzo, Miki Matsuse.
in collaborazione con Armunia e Comune di Rosignano Marittimo
Canto per un poeta innamorato, segmento del progetto Tre baci per Micha, porta a Ravenna l’omaggio a van Hoecke, artista internazionale e poliglotta della scena, scomparso il 7 agosto scorso. Il coreografo russo-belga infatti – che molto ha amato, ricambiato, l’Italia, tanto da farne un’ulteriore patria e Ravenna una seconda casa – era solito salutare scambiando tre baci sulle guance. Si dice che esprima il desiderio di essere ricordati e così sarà in questo affresco di visioni, creato dall’amore di Miki Matsuse, moglie e compagna d’arte, con il sostegno dei tanti che con lui hanno lavorato e nei luoghi legati alla sua arte. Frammenti da creazioni famose, come La dernière danse o Le Voyage, si mescoleranno ad azioni performative in sintonia con il suo stile eclettico, orlato di malinconica poesia.
Palazzo Mauro De André |
Disponibile dal 15 ottobre al 31 dicembre 2022
Orchestra Giovanile Luigi Cherubini Riccardo Mutidirettore
Georges Bizet Roma, Sinfonia in do maggiore
Anatolij Konstantinovič Ljadov Il lago incantato, Poema sinfonico op. 62
Franz Liszt Les Préludes, Poema sinfonico n. 3 da Alphonse de Lamartine S 97
«Ho in mente una sinfonia che vorrei intitolare Roma […]. È studiata alla perfezione: Venezia sarà l’Andante, Roma il primo movimento, Firenze lo Scherzo e Napoli il Finale. È un’idea nuova, direi». Nel 1860 di ritorno da un triennio a Villa Medici, Bizet è ancora inebriato dell’arte e dei paesaggi italiani, di quella bellezza che idealmente innerva la sua singolare partitura. Con lo stesso slancio narrativo che Liszt già aveva sperimentato nei suoi poemi sinfonici – nel più celebre,Les préludes, “giustifica” la continua metamorfosi tematica con le “meditazioni” di Lamartine. E che permeerà anche l’evocativa “scena da favola” che il russo Ljadov – allievo di Rimskij-Korsakov e a sua volta maestro di Prokof’ev – compone nel 1908. Affreschi musicali di cui Muti delinea ogni sfumatura e spessore, nell’instancabile ricerca della perfezione.
Basilica di San Vitale |
Disponibile dal 5 luglio al 31 dicembre 2022
Orlando Consort The birth of the Renaissance
musiche di Johannes Ciconia, Guillaume Dufay, Johannes Ockeghem, Antoine Busnoys, Gilles Binchois,
Hayne van Ghizeghem, Robert Morton, Loyset Compère, Antoine Brumel, Francisco de Peñalosa,
Francisco de La Torre, Josquin Desprez
L’esordio del Rinascimento in musica si colloca nei diversi paesi del Vecchio Continente in un arco di tempo compreso tra il Quattrocento e il primo Cinquecento: coordinate spazio-temporali che guidano la scelta dei brani sacri e profani, in latino e nelle lingue romanze, concepiti per cappelle musicali in Italia, Spagna, Francia e Paesi Bassi, riproposti dal prestigioso quartetto vocale maschile che dall’esordio del 1988, nell’Early Music Network of Great Britain, si è imposto al mondo per una qualità e una duttilità che non ha pari – con incursioni dal jazz alla worldmusic. Indiscutibilmente tra i più autorevoli interpreti della polifonia medievale e rinascimentale, l’Orlando Consort trasformerà ancora una volta la più rigorosa ricerca sulle tecniche compositive e i sistemi di notazione nella più esplosiva espressione della “rinascita” e del rinnovamento estetico della musica.
Palazzo Mauro De André |
Disponibile fino al 29 luglio 2022
Budapest Festival Orchestra Iván Fischerdirettore
Johannes Brahms Sinfonia n. 3 in fa maggiore op. 90
Nikolaj Andreevič Rimskij-Korsakov Sheherazade, Suite sinfonica op 35 da “Le mille e una notte”
Brahms aspettò di compiere 43 anni per presentarsi al mondo come sinfonista. Temeva di non reggere il peso dell’eredità beethoveniana. Un eccesso di prudenza, a giudicare dagli esiti straordinari delle prime due sinfonie, alle quali la Terza si accoda come ulteriore capolavoro, riassuntivo delle esigenze espressive più diverse: un continuum di eroismo, tragedia, pathos, nostalgia, che termina in un riconciliante pianissimo. Il cinema sarà debitore di questa sinfonia. Anche Sheherazade, l’affresco sinfonico più sfolgorante dell’800 russo, si risolve in una conclusione fantastica, lirica e finalmente pacificata, dopo le peripezie raccontate da Rimskij-Korsakov, capace di dar vita “visivamente” a un Oriente evocativo e senza tempo, che il grande direttore ungherese affida al talento della “sua” orchestra.
Teatro Alighieri |
Disponibile fino al 28 luglio 2022
Budapest Festival Orchestra Orchestra Giovanile Luigi Cherubini
maestro concertatore János Pilz
Johann Michael Haydn
Notturno in do maggiore P. 108 MH 187
Johann Sebastian Bach
Concerto per violino e oboe in re minore BWV 1060R
Valentina Benfenati violino
Victor Aviat oboe
Pëtr Il’ič Čajkovskij
Serenata per archi in do maggiore op. 48
«Non riuscivo più a dormire e mi sentivo debole. Oggi ho lavorato un po’ alla mia Serenata. Ebbene, immediatamente mi sono sentito di nuovo in salute, arzillo e sereno». Così Čajkovskij raccontava la genesi di una delle pietre più splendenti del suo catalogo, levigata secondo le formule espressive del Classicismo, il luogo mentale in cui il compositore dava riposo alla sua anima inquieta. La logica e l’ordine musicale, la limpidezza e l’equilibrio del discorso sono caratteristiche che ritroviamo nel Concerto per violino e oboe di Bach (già familiare con i modelli vivaldiani), e pure nel raro Notturno di Johann Michael Haydn, fratello minore del più famoso Joseph, a cui contende la paternità di questo piccolo capolavoro dell’intrattenimento alto, riportandoci allo spirito della società mitteleuropea di fine Settecento.
Russi, Palazzo San Giacomo |
Disponibile fino al 25 luglio 2022
La notte del rap Claver Gold #symphonic
Orchestra Arcangelo Corelli direzione e arrangiamenti musicali Carmelo Emanuele Patti
produzione originale Ravenna Festival-Woodworm
Narrazione in presa diretta, una poetica urbana che passa dai sentimenti e dallo sguardo più intimo al sentire generazionale: l’hip hop di Claver Gold è un sofisticato intreccio di rime, in bilico tra passione, improvvisazione (il freestyle della migliore tradizione) e rigore compositivo. Dopo l’affermazione sulla scena rap italiana con una formazione “di strada” e tanti dischi indipendenti, arriva il confronto con l’opera del Sommo Poeta, un Infernum affrontato con l’amico e collega Murubutu. E arriva il grande pubblico, conquistato dai suoi incastri poetici, dove la quotidianità, come sempre fonte prima di ispirazione dell’hip hop, si mescola a evocazioni di fiaba nordica, quella più oscura e inquieta, che qui si colora delle tinte piene e degli impasti imprevedibili degli strumenti d’orchestra, i classici archi, ottoni e legni.
Accademia Bizantina Ottavio Dantone
Basilica di Sant’Apollinare Nuovo |
Disponibile fino al 31 dicembre 2022
Omaggio a Pier Paolo Pasolini Accademia Bizantina Ottavio Dantoneclavicembalo e direzione
Alessandro Tampieri, Ana Liz Ojeda violini
Marco Massera viola
Alessandro Palmeri violoncello
Tiziano Bagnatil iuto
Marco Brolli flauto traverso
Johann Sebastian Bach Musikalisches Opfer (Offerta musicale) BWV 1079
La genesi di questo ciclo di canoni, fughe e una sonata per flauto e violino dedicata a Federico il Grande di Prussia è una di quelle vicende straordinarie della vita di Bach narrata da Johann Nikolaus Forkel, il suo primo biografo. Nel 1747, in visita a Potsdam, dove il figlio Carl Philipp Emanuel era clavicembalista presso la corte dello stesso Federico II, Bach chiese al re, flautista, compositore e filosofo, un tema su cui improvvisare una fuga. Una volta tornato a Lipsia, il thema regium diede origine all’Offerta musicale, uno dei vertici del pensiero bachiano e della scrittura contrappuntistica di tutti i tempi. Che Accademia Bizantina interpreta immergendosi nelle complesse trame strumentali seguendo sempre il suggerimento che Bach stesso propone nel Canon perpetuus: “Quaerendo invenietis”, cercate e troverete.
Teatro Alighieri |
Disponibile fino al 31 dicembre 2022
Compagnia Artemis Danza/Monica Casadei Inferno – Terra del fuoco
coreografie, luci, costumi Monica Casadei musiche originali Luca Vianini regia e visual effects scenografie virtuali Fabio Fiandrini regia “Ombre” Alessandro Ceci voce Agostino Rocca drammaturgia musicale Davide Tagliavini live painting Giuliano del Sorbo danza Samuele Arisci, Michelle Atoe, Monica Castorina, Serena Bottet, Silvia Di Stazio, Alfonso Donnarumma, Chiara Falzone, Costanza Leporatti, Enrico Luly, Mattia Molini, Teresa Morisano, Christian Pellino, Salvatore Sciancalepore performer Sabino Barbieri, Davide Tagliavini con la partecipazione del Gruppo Folk Italiano “alla Casadei” scuola di ballo Malpassi selezione testi Cristina Basoni assistente alla produzione Mattia Molini assistente ai costumi Michelle Atoe si ringrazia per la sartoria Elena Nunziata
produzione Artemis Danza in collaborazione con Ravenna Festival, Comune di Ravenna, Istituti Italiani di Cultura di Jakarta, Lima, Mumbai, Praga, Tunisi, Washington; immagini su concessione del Ministero della Cultura, Direzione regionale Musei dell’Emilia-Romagna con il contributo di Ministero della Cultura, Regione Emilia-Romagna, Comune di Parma prima assoluta
Un paesaggio aspro e selvaggio, ribollente di fango e fuoco, fa da sfondo all’inferno secondo Monica Casadei. Con la sua compagnia Artemis, la coreografa ferrarese si confronta con alcune terzine della prima Cantica di Dante creando un’opera allegorica, tra sacro e profano. Inferno – La Terra del Fuoco diventa così un’esplorazione ardita in nove quadri trasformati a vista con l’apporto creativo di diversi artisti italiani, secondo il métissage di linguaggi che è la cifra preferita da Casadei. Danza primordiale, fatta di spasimi e pulsioni, dove il bestiale si contrappone al divino sulla partitura intrecciata delle parole di Dante, le musiche passionali di Astor Piazzolla e la compostezza solenne del Requiem di Verdi. Un inferno chimerico e sussultante per riportarci infine a riveder le stelle.