Teatro Alighieri |
Disponibile fino al 28 luglio 2022
Budapest Festival Orchestra Orchestra Giovanile Luigi Cherubini
maestro concertatore János Pilz
Johann Michael Haydn
Notturno in do maggiore P. 108 MH 187
Johann Sebastian Bach
Concerto per violino e oboe in re minore BWV 1060R
Valentina Benfenati violino
Victor Aviat oboe
Pëtr Il’ič Čajkovskij
Serenata per archi in do maggiore op. 48
«Non riuscivo più a dormire e mi sentivo debole. Oggi ho lavorato un po’ alla mia Serenata. Ebbene, immediatamente mi sono sentito di nuovo in salute, arzillo e sereno». Così Čajkovskij raccontava la genesi di una delle pietre più splendenti del suo catalogo, levigata secondo le formule espressive del Classicismo, il luogo mentale in cui il compositore dava riposo alla sua anima inquieta. La logica e l’ordine musicale, la limpidezza e l’equilibrio del discorso sono caratteristiche che ritroviamo nel Concerto per violino e oboe di Bach (già familiare con i modelli vivaldiani), e pure nel raro Notturno di Johann Michael Haydn, fratello minore del più famoso Joseph, a cui contende la paternità di questo piccolo capolavoro dell’intrattenimento alto, riportandoci allo spirito della società mitteleuropea di fine Settecento.
Russi, Palazzo San Giacomo |
Disponibile fino al 25 luglio 2022
La notte del rap Claver Gold #symphonic
Orchestra Arcangelo Corelli direzione e arrangiamenti musicali Carmelo Emanuele Patti
produzione originale Ravenna Festival-Woodworm
Narrazione in presa diretta, una poetica urbana che passa dai sentimenti e dallo sguardo più intimo al sentire generazionale: l’hip hop di Claver Gold è un sofisticato intreccio di rime, in bilico tra passione, improvvisazione (il freestyle della migliore tradizione) e rigore compositivo. Dopo l’affermazione sulla scena rap italiana con una formazione “di strada” e tanti dischi indipendenti, arriva il confronto con l’opera del Sommo Poeta, un Infernum affrontato con l’amico e collega Murubutu. E arriva il grande pubblico, conquistato dai suoi incastri poetici, dove la quotidianità, come sempre fonte prima di ispirazione dell’hip hop, si mescola a evocazioni di fiaba nordica, quella più oscura e inquieta, che qui si colora delle tinte piene e degli impasti imprevedibili degli strumenti d’orchestra, i classici archi, ottoni e legni.
Accademia Bizantina Ottavio Dantone
Basilica di Sant’Apollinare Nuovo |
Disponibile fino al 31 dicembre 2022
Omaggio a Pier Paolo Pasolini Accademia Bizantina Ottavio Dantoneclavicembalo e direzione
Alessandro Tampieri, Ana Liz Ojeda violini
Marco Massera viola
Alessandro Palmeri violoncello
Tiziano Bagnatil iuto
Marco Brolli flauto traverso
Johann Sebastian Bach Musikalisches Opfer (Offerta musicale) BWV 1079
La genesi di questo ciclo di canoni, fughe e una sonata per flauto e violino dedicata a Federico il Grande di Prussia è una di quelle vicende straordinarie della vita di Bach narrata da Johann Nikolaus Forkel, il suo primo biografo. Nel 1747, in visita a Potsdam, dove il figlio Carl Philipp Emanuel era clavicembalista presso la corte dello stesso Federico II, Bach chiese al re, flautista, compositore e filosofo, un tema su cui improvvisare una fuga. Una volta tornato a Lipsia, il thema regium diede origine all’Offerta musicale, uno dei vertici del pensiero bachiano e della scrittura contrappuntistica di tutti i tempi. Che Accademia Bizantina interpreta immergendosi nelle complesse trame strumentali seguendo sempre il suggerimento che Bach stesso propone nel Canon perpetuus: “Quaerendo invenietis”, cercate e troverete.
Teatro Alighieri |
Disponibile fino al 31 dicembre 2022
Compagnia Artemis Danza/Monica Casadei Inferno – Terra del fuoco
coreografie, luci, costumi Monica Casadei musiche originali Luca Vianini regia e visual effects scenografie virtuali Fabio Fiandrini regia “Ombre” Alessandro Ceci voce Agostino Rocca drammaturgia musicale Davide Tagliavini live painting Giuliano del Sorbo danza Samuele Arisci, Michelle Atoe, Monica Castorina, Serena Bottet, Silvia Di Stazio, Alfonso Donnarumma, Chiara Falzone, Costanza Leporatti, Enrico Luly, Mattia Molini, Teresa Morisano, Christian Pellino, Salvatore Sciancalepore performer Sabino Barbieri, Davide Tagliavini con la partecipazione del Gruppo Folk Italiano “alla Casadei” scuola di ballo Malpassi selezione testi Cristina Basoni assistente alla produzione Mattia Molini assistente ai costumi Michelle Atoe si ringrazia per la sartoria Elena Nunziata
produzione Artemis Danza in collaborazione con Ravenna Festival, Comune di Ravenna, Istituti Italiani di Cultura di Jakarta, Lima, Mumbai, Praga, Tunisi, Washington; immagini su concessione del Ministero della Cultura, Direzione regionale Musei dell’Emilia-Romagna con il contributo di Ministero della Cultura, Regione Emilia-Romagna, Comune di Parma prima assoluta
Un paesaggio aspro e selvaggio, ribollente di fango e fuoco, fa da sfondo all’inferno secondo Monica Casadei. Con la sua compagnia Artemis, la coreografa ferrarese si confronta con alcune terzine della prima Cantica di Dante creando un’opera allegorica, tra sacro e profano. Inferno – La Terra del Fuoco diventa così un’esplorazione ardita in nove quadri trasformati a vista con l’apporto creativo di diversi artisti italiani, secondo il métissage di linguaggi che è la cifra preferita da Casadei. Danza primordiale, fatta di spasimi e pulsioni, dove il bestiale si contrappone al divino sulla partitura intrecciata delle parole di Dante, le musiche passionali di Astor Piazzolla e la compostezza solenne del Requiem di Verdi. Un inferno chimerico e sussultante per riportarci infine a riveder le stelle.
Basilica di Sant’Apollinare in Classe |
Disponibile fino al 31 dicembre 2022
Omaggio a Pier Paolo Pasolini Ensemble Zefiro
Alfredo Bernardini oboe e direzione
Johann Sebastian Bach
Concerti brandeburghesi BWV 1046-1051
Non si può dire con certezza cosa abbia indotto Bach a raggruppare questi Concerts avec plusieurs instrumentsin un’unica raccolta e quali speranze coltivasse nel dedicarli e inviarli, nel marzo 1721, a Christian Ludwig margravio di Brandeburgo – è uno dei tanti misteri che avvolgono la sua biografia. Non c’è dubbio però che ognuno dei sei concerti sia un mondo sonoro a sé e che a unirli sia proprio la singolare diversità, tanto che in essi l’autore sembra esplorare ogni possibilità della forma “concerto” arrivando a stilarne una sorta di sistematico catalogo dimostrativo. Stile italiano, gusto francese, severità tedesca, polifonia e omofonia, stile da chiesa e da camera si alternano, secondo quegli inediti impasti timbrici che l’ensemble Zefiro, forte di un’esperienza internazionale ultratrentennale, saprà ricreare ad arte.
Teatro Alighieri |
Disponibile fino al 31 dicembre 2022
Omaggio a Pier Paolo Pasolini
NoveTeatro Calēre (sentieri) Transitus animae
testo e regia Eugenio Sideri regista assistente Gabriele Tesauri in scena Enrico Caravita, Carlo Giannelli Garavini, Maurizio Lupinelli, Chiara Sarcona, Patrizia Bollini, Marco Montanari, Giada Marisi
Ensemble Voces Cordis diretto da Elisabetta Agostini
Claudio Rigotti, Anna Rigotti, Laura Rigotti, Decio Biavati
light designer Filippo Trambusti scene e costumi Francesca Tagliavini truccatrice di scena Arianna Farolfi assistenti alla regia Marco Santachiara, Tania Eviani foto Marco Parollo
segreteria di produzione e comunicazione Nicole Benevelli, Valentina Donatti organizzazione e curatela Carlotta Ghizzoni
coproduzione Ravenna Festival e NoveTeatro in collaborazione con Lady Godiva Teatro
prima assoluta
Interno casa. Una famiglia romagnola. Personaggi che si muovono in un intreccio familiare dove il tentativo di dialogo tra padre e figlio è quello di generazioni a confronto, senza rimpianti ma forse con sogni infranti, e senza illusioni ma, anzi, troppe disillusioni verso il futuro. Lo sguardo di Sideri, regista da sempre sensibile a temi storico-sociali, si allarga, come in un piano cinematografico, su porto e fabbriche, su campi e industrie. Su nottate che finiscono con un bicchiere di troppo mentre qualcuno si sta svegliando per andare a lavorare: la riviera e le sue luci accecano le stelle del cielo, quasi oscuri presagi di uno smarrimento delle nuove generazioni, che non sempre ritrovano una calēra su cui camminare. Sentieri, appunto, a volte nascosti, persi in un mondo dove «evoluzione non significa sempre progresso».
Basilica di Sant’Apollinare in Classe |
Disponibile fino al 31 dicembre 2022
The Canticles
di Benjamin Britten
Ian Bostridge tenore Alexandre Chance controtenore Mauro Borgioni baritono Julius Drake pianoforte Antonella De Franco arpa Federico Fantozzi corno
Sacro e profano si intrecciano intimamente in queste cinque miniature che Britten ha composto in momenti diversi, tra il 1947 e il 1974, su testi poetici antichi ma anche di autori contemporanei, Edith Sitwell e T.S. Eliot. A riunirle, riferimento comune era la voce tenorile di Peter Pears, oggi affidata a Ian Bostridge, che con il pianista Julius Drake è tra gli interpreti più autorevoli di The Canticles. In cui emergono i toni amorosi e nostalgici di My beloved is mine, meditazione sul Cantico di Salomone del poeta seicentesco Francis Quarles, o il dolore attonito di Abramo e Isacco, padre e figlio di fronte al sacrificio estremo: con una teatralità frutto della stessa fucina di opere quali Billy Budd e The Turn of the Screw, ma che rinuncia all’azione drammatica sublimata nell’impasto di voci soliste e pochi strumenti.
Teatro Rasi |
Disponibile fino al 31 dicembre 2022
L’ultima immagine, la Ravenna di James Hillman
conversazione con Silvia Ronchey condotta da Chiara Lagani
L’ultima immagine non è solo la summae l’ultimo approdo della riflessione sull’immagine, che fin dall’inizio sostanzia l’idea di anima e tutta la psicologia di James Hillmann, ma è anche il testamento etico, politico e spirituale di uno dei massimi pensatori del Novecento.
È nel settembre 2008, lo stesso mese e anno del crollo di Wall Street, che si svolge il “primo tempo” del dialogo con Silvia Ronchey, ispirato dalle immagini dei mosaici di Ravenna. Il “secondo tempo” è invece quello che si consumerà sul suo letto di morte, nell’ottobre 2011. E sarà di nuovo Ronchey, grande studiosa della civiltà bizantina e interlocutrice privilegiata di Hillmann, a raccontare, in conversazione con Chiara Lagani,le giornate ravennati del grande filosofo e psicanalista americano, tra chiese e battisteri, a “viso in aria“ sulle orme di Carl Gustav Jung.
Giuseppe Gibboni Ermanna Montanari
Teatro Rasi |
Disponibile fino al 31 dicembre 2022
Omaggio a Pier Paolo Pasolini
il Johann Sebastian Bach di Pasolini
dalla poesia al cinema
Giuseppe Gibboniviolino Ermanna Montanarivoce
Sonate e Partite di Johann Sebastian Bach testi di Pier Paolo Pasolini drammaturgia Marco Martinelli
Sonata per violino solo n. 1 in sol minore BWV 1001 Adagio, Fuga. Allegro, Siciliana, Presto
Partita per violino solo n. 2 in re minore BWV 1004 Ciaccona
Partita per violino solo n. 3 in mi maggiore BWV 1006 Preludio, Loure, Gavotte en rondeau
produzione originale di Ravenna Festival
Il primo amore di Pier Paolo Pasolini per la musica fu per i Soli per violino di Bach. Glieli fece conoscere la violinista slovena Pina Kalc durante il soggiorno in Friuli. Era il 1943. Egli fu anche tentato dall’idea di imparare a suonare il violino, ma desistette. Nacquero però gli Studi sullo stile di Bach, scritto musicologico ispirato alle Sonate e Partite per violino BWV 1001-1006. Non finì neanche quello, ma trascinò la fascinazione bachiana nei suoi film, da Accattone a Il Vangelo secondo Matteo. I Soli senza basso, cioè privi di accompagnamento, sono l’altra faccia di Bach: non il severo organista, ma il sensuale e raffinato maestro dell’arco, capace di contenere in una voce unica luce e penombra, pensiero astratto e materialità del discorso. La carne e il cielo, dirà Pasolini.
Palazzo Mauro De André |
Disponibile dal 7 giugno al 31 dicembre
Omaggio a Pier Paolo Pasolini
Mahler Chamber Orchestra Daniel Hardingdirettore
Azio Corghi …tra la carne e il cielo drammaturgia poetica di Maddalena Mazzocut-Mis da Pier Paolo Pasolini per violoncello concertante, voce recitante maschile, soprano, pianoforte e orchestra
Prima esecuzione assoluta 2 novembre 2015 su commissione del Teatro Giuseppe Verdi di Pordenone nei 40 anni dalla morte di Pier Paolo Pasolini
Ludwig van Beethoven Egmont, Ouverture in fa minore op. 84
Antonín Dvořák Sinfonia n. 7 in re minore op. 70
Una voce recitante maschile in stereofonia con una voce lirica femminile; un violoncello solista che offre gli incipit di tutte e sei le Suites che Bach scrisse per questo strumento, il pianoforte e l’orchestra. Nel 2015, per i 40 anni della morte di Pasolini, Azio Corghi immaginò in questo modo l’incontro “impossibile” tra Bach e uno dei più grandi intellettuali italiani, di cui il 2022 segna il centenario della nascita. Questo lavoro sinfonico-poetico, capace di rievocare vita e pensiero pasoliniano, prende il nome dalla geniale definizione che Pasolini seppe dare di Bach, in lotta “tra Carne e Cielo”, tra la corporeità e il sublime, contribuendo così a una nuova chiave di lettura della musica del Kantor, qui in dialogo con l’Ouverture “Egmont” che Beethoven scrisse ispirandosi al dramma di Goethe sul condottiero belga, e alla Settima Sinfonia di Dvorak, chiamata anche “Sinfonia del tempo torbido”, sottotitolo poetico adatto alla figura di Pasolini, pensatore puro prestato a tempi oscuri.