Milano Marittima, Arena dello Stadio dei Pini |
dal 18 al 31 giugno 2023
Il Trebbo in musica 2.3
Qualche estate fa Vita, poesia e musica di Franco Califano
con Claudia Gerini e Solis String Quartet
soggetto e testo Stefano Valanzuolo canzoni di Franco Califano riarrangiate da Antonio Di Francia regia Massimiliano Vado
produzione IMARTS – International Music and Arts
con il contributo di Cooperativa Bagnini Cervia
La storia artistica di Franco Califano si è sempre intrecciata, per scelta consapevole, con quella umana, tanto che il personaggio, forse, ha spesso finito con il mettere in ombra l’autore di tanti successi. Qualche estate fac erca di riportare in equilibrio le due dimensioni, facendo di alcune canzoni molto amate il punto di partenza per raccontare la vita dell’autore. Per sfuggire alla tentazione di riproporre stereotipi dongiovanneschi e sottrarsi ai pericoli del raffronto col modello originale, il testo è declinato al femminile. Così i nove quadri che si susseguono sono narrati da voci di donne diverse: personaggi, soprattutto di fantasia, che raccontano aspetti e storie riferibili, nella realtà, all’uomo e all’artista.
Ogni quadro culmina in una sua canzone e la musica si fa didascalia del racconto.
Milano Marittima, Palazzo dei Congressi |
dal 15 giugno al 31 dicembre 2023
Il Trebbo in musica 2.3
Omaggio a Italo Calvino per i 100 anni dalla nascita (1923-1985) Le città invisibili con Sergio Rubini
Michele Fazio pianoforte
ideazione e coordinamento artistico a cura di Elena Marazzita riadattamento a cura di Cosimo Damiano Damato
AidaStudioProduzioni
con il contributo di Cooperativa Bagnini Cervia
Che rapporto ci sia tra gli atlanti di Kublai Kan e le città con nomi femminili raccontate da Marco Polo non lo sapremo mai – del resto, il filo del racconto si dipana proprio nell’impossibilità di conciliare le ragioni segrete della voce e quelle ignote dell’ascolto. E quello che di queste città ascoltiamo ci riporta sempre all’essenza labirintica di ogni luogo e all’ambiguità di ogni racconto. Così, tra le “città invisibili” ci sono quelle in cui non si capisce se un oggetto sia una cosa o un segno, quelle in cui l’entusiasmo per il nuovo è minacciato da pericolanti cumuli di spazzatura della vita passata, quelle che forse sono incompiute o forse già in rovina. A Sergio Rubini il compito di dipanare questo dialogo, scegliendo il suo percorso attraverso le città di Calvino, sostenuto dagli echi jazz del pianoforte di Michele Fazio.
Teatro Alighieri |
Disponibile fino al 31 dicembre
A 150 anni dalla morte di Angelo Mariani (Ravenna 11 ottobre 1821- Genova 13 giugno 1873)
Orchestra dell’Accademia del Teatro alla Scala Solisti dell’Accademia del Teatro alla Scala Donato Renzetti direttore
Giuseppe Verdi da Aroldo Ouverture
da Giovanna D’Arco “O fatidica foresta” soprano Greta Doveri
da Attila Preludio “Mentre gonfiarsi l’anima“ basso Livio Li Huanhong
da La traviata “È strano!… Sempre libera” soprano Zhou Fan
da Don Carlos Preludio, ballabili dall’atto III
Gaetano Donizetti da Lucia di Lammermoor “Tombe degli avi miei” tenore Andrea Tanzillo
Charles Gounod da Faust “Alerte, alerte, ou vous êtes perdus!” soprano Zhou Fan, tenore Andrea Tanzillo, basso Livio Li Huanhong
Richard Wagner da Lohengrin Preludio dall’atto I
da Tannhäuser Ouverture
in collaborazione con Associazione Musicale Angelo Mariani di Ravenna
Verdi e Wagner. Non potevano che essere loro, i due indiscussi giganti del teatro musicale ottocentesco, i poli entro cui muovere il concerto dedicato al centocinquantenario di Angelo Mariani. Se l’uno gli è legato da un rapporto di lunga amicizia e collaborazione – seppure guastato infine da incomprensioni e probabilmente da gelosie “galanti”; l’altro gli deve le prime esecuzioni in terra italiana, segnatamente con Lohengrine con Tannhäuser che il Mariani dirige a Bologna, accentuando così i dissapori col grande bussetano. Che forse al carismatico musicista ravennate rimprovera anche la libertà che si prende con le partiture altrui. Del resto, è a Mariani che si deve il moderno ruolo del direttore d’orchestra, dalla concertazione alla direzione vera e propria: per avere «unità nella esecuzione, nel concetto e nella interpretazione».
Ars Ludi:Antonio Caggiano, Rodolfo Rossi, Gianluca Ruggeri, Alessio Cavalierepercussioni
Steve Reich: Drumming(Part 1)
Francesco Filidei: I funerali dell’anarchico Serantini (versione per 3 esecutori)
Famodou Don Moyedrums e percussioni, Simon Siegerpianoforte e trombone e Christophe Leloil tromba con la partecipazione di Silvia Bolognesicontrabbasso
Alvin Curran live electronics
Carte da musica (estratti): Luigi Espositopianoforte e Monica Benvenuti voce musica di Luigi Esposito, testi di Roberto Masotti Prima esecuzione assoluta
TAI No-Orchestra Massimo Falascone sax, Roberto Del Pianobasso elettrico e Filippo Monicodrums
con la partecipazione di Silvia Bolognesicontrabbasso,Martin Mayescorno e Gianluca Lo Prestilive visual immagini diRoberto Masotti
Per bussola, nell’esplorare le terre incognite della musica – là dove la musica accadeva o stava per accadere – aveva scelto la macchina fotografica; strumento fra gli strumenti, per mescolarsi ai nomadi del suono lungo un itinerario che era un continuo attraversamento di frontiere. E allora Terre incognite. Concerto per Roberto è un invito al viaggio: il Teatro Alighieri di Ravenna accoglie tanti di quei musicisti che Roberto Masotti, scomparso lo scorso maggio, ha incontrato, conosciuto, ascoltato, fotografato.
Oltre 30 artisti si alterneranno in scena nella città natale di Roberto, straordinario “fotografo della musica” e testimone di una meravigliosa stagione di creatività: sei ore di concerto, dal jazz d’avanguardia, soprattutto europeo ma anche d’oltreoceano, al sound ECM, etichetta discografica alla quale è stato legato da una collaborazione ultradecennale, alle tante altre musiche di oggi, incluse il minimalismo e la sperimentazione elettronica, passando per le contaminazioni fra suoni e l’evocazione dei paesaggi naturali al centro di tante sue fotografie. Né mancheranno testimonianze della sua attività nella videoarte e nella scrittura, anche poetica, quest’ultima poco nota al pubblico.
Milano Marittima, Arena dello Stadio dei Pini |
03 luglio 2022 | ore 21:30
Omaggio a Pier Paolo Pasolini Pierfrancesco Pisani presenta Il sogno di una cosa
liberamente tratto dal capolavoro di Pier Paolo Pasolini di e con Elio Germano e Teho Teardo
con il contributo di Cooperativa Bagnini Cervia
Tre ragazzi friulani vivono la breve giovinezza affrontando il mondo: l’indigenza delle origini in campagna, l’emigrazione, le lotte politiche, fino all’integrazione nella società borghese del boom economico. Desiderano la felicità, la bella vita in un paese straniero, maturano una coscienza politica e sognano la rivoluzione, per poi piegarsi ai compromessi dell’età adulta. Fino a morire di lavoro.
Pasolini, nel suo primo esperimento narrativo, ci parla con le voci di chi, dall’Italia del secondo dopoguerra, stremato dalla povertà, scappa illegalmente verso la Jugoslavia, attratto dal comunismo e con la speranza di trovare lavoro e cibo per tutti. Una sorta di rotta balcanica al contrario, su quello stesso confine che oggi i profughi in fuga sfidano per venire in Italia. Forse lo abbiamo dimenticato, ma non molto tempo fa eravamo noi a ricorrere ai passeur.
Teatro Alighieri |
Disponibile fino al 31 dicembre 2022
Giornate della bioeconomia
organizzate da Cluster Spring, Assobiotec, Federchimica, Fondazione Raul Gardini, Fondazione Resoil, Apre, Fva, Novamont in collaborazione con Ravenna Festival con il sostegno di Fondazione Impact, Transition2bio, Molino Spadoni e il patrocinio del Comune di Ravenna
La Giornata nazionale della bioeconomia torna a Ravenna e raddoppia per approfondire i temi che sono alla base della transizione ecologica e della lotta al cambiamento climatico. Intesa come economia che impiega le fonti biologiche rinnovabili quale materia prima per la produzione industriale, energetica, alimentare e mangimistica, la bioeconomia italiana valeva, nel 2020, 317 miliardi di euro e dava lavoro a circa 2 milioni di persone. Un metasettore che ha dimostrato nel corso della pandemia di essere resiliente e che rappresenta la base del Green New Deal europeo. Ne parleranno i principali stakeholder del mondo industriale, agricolo e finanziario. Due giornate che saranno anche l’occasione per premiare le scuole che hanno partecipato al bando Bioeconomy4You, nonché per parlare di sviluppo sostenibile, Agenda 2030 dell’ONU e green jobs.
Giornate della bioeconomia
Teatro Alighieri |
Disponibile fino al 31 dicembre 2022
Giornate della bioeconomia
organizzate da Cluster Spring, Assobiotec, Federchimica, Fondazione Raul Gardini, Fondazione Resoil, Apre, Fva, Novamont in collaborazione con Ravenna Festival con il sostegno di Fondazione Impact, Transition2bio, Molino Spadoni e il patrocinio del Comune di Ravenna
La Giornata nazionale della bioeconomia torna a Ravenna e raddoppia per approfondire i temi che sono alla base della transizione ecologica e della lotta al cambiamento climatico. Intesa come economia che impiega le fonti biologiche rinnovabili quale materia prima per la produzione industriale, energetica, alimentare e mangimistica, la bioeconomia italiana valeva, nel 2020, 317 miliardi di euro e dava lavoro a circa 2 milioni di persone. Un metasettore che ha dimostrato nel corso della pandemia di essere resiliente e che rappresenta la base del Green New Deal europeo. Ne parleranno i principali stakeholder del mondo industriale, agricolo e finanziario. Due giornate che saranno anche l’occasione per premiare le scuole che hanno partecipato al bando Bioeconomy4You, nonché per parlare di sviluppo sostenibile, Agenda 2030 dell’ONU e green jobs.
Aldo Cazzullo Moni Ovadia
Il duce delinquente
Milano Marittima, Arena dello Stadio dei Pini |
Disponibile fino al 31 dicembre 2022
Il Trebbo in musica 2.2
Il duce delinquente
di e con Aldo Cazzullo e Moni Ovadia violoncello, pianoforte e voce Giovanna Famulari
organizzazione Corvino Produzioni
con il contributo di Cooperativa Bagnini Cervia
Insieme alla fervida attività di giornalista, Aldo Cazzullo ama sempre più volgere la propria parola in chiave teatrale, e raccontare fatti e figure imprescindibili della storia italiana intrecciando la propria curiosità con il talento di attori e musicisti. Per fare luce su Benito Mussolini e sul fascismo, la cui granitica propaganda si consolidava nella misura in cui il duceriusciva a ordire crimini e tradimenti sia nella vita privata che come capo del governo, non poteva avvalersi di una voce più “urticante” di quella di Moni Ovadia, a cui affida testi di Mussolini stesso e delle sue vittime. Mentre l’eclettica Giovanna Famulari tesse la trama sonora del racconto a due voci a partire da musiche e canzoni d’epoca. Si dipanano così gli eventi che hanno portato alla guerra e segnato profondamente la storia del nostro paese.
Palazzo Mauro De André |
Disponibile dal 4 settembre 2022
Omaggio a Franco Battiato
Messa Arcaica
per soli, coro e orchestra Kyrie, Gloria, Credo, Sanctus, Agnus Dei diFranco Battiato
solisti Juri Camisascavoce Cristina Baggiomezzosoprano
Coro della Cattedrale di Siena “Guido Chigi Saracini” direttore del coro Lorenzo Donati
Carlo Guaitoli pianoforte direttoreGuido Corti
Canzoni Mistiche diFranco Battiato voce Juri Camisasca, Alice, Simone Cristicchi direttore e pianoforteCarlo Guaitoli
solisti Juri Camisasca, Alice, Simone Cristicchi
tastiere e programmazione Angelo Privitera
Orchestra Bruno Maderna
produzione originale di Ravenna Festival e Sagra Musicale Malatestiana
Nel 1993, nella Basilica di San Francesco d’Assisi, Franco Battiato presentò Messa arcaica: in apparenza una composizione sacra tout court – coi canonici Kyrie, Gloria, Credo, Sanctus e Agnus Dei –, ma la cui tecnica compositiva diceva molto altro. Del resto, egli è stato il maestro del suono e della possibilità dello strumento acustico (voce umana compresa) di generare una percezione diversa da quella tradizionale, creando un senso di sospensione. «La maggioranza degli esseri umani non si rende conto di avere un’anima, ascolta solo il proprio corpo. Ma di notte, e non mentre dormiamo, usciamo tutti dal corpo e compiamo viaggi astrali», amava ripetere. Questi viaggi riguardano anche le sue Canzoni mistiche, qui raccolte da chi ha lavorato al suo fianco, testimonianza di un’incessante ricerca spirituale verso un ignoto altrove.