Teatro Alighieri | 08 March 2025 | at 11:00 AM

Teatro Alighieri | 08 March 2025 | at 11:00 AM
Teatro Alighieri | 16 December 2023 | at 12:00 AM
Nabucco
musica di Giuseppe Verdi
dramma lirico in quattro parti
libretto di Temistocle Solera
dal dramma Nabuchodonosor di Auguste Anicet-Bourgeois e Francis Cornu
e dal ballo Nabuccodonosor di Antonio Cortesi
(Prima rappresentazione Milano, Teatro alla Scala, 9 marzo 1842)
Universal Music Publishing Ricordi srl, Milano
revisione critica a cura di Roger Parker
in forma semi-scenica
Nabucco Serban Vasile
Ismaele Riccardo Rados
Zaccaria Evgeny Stavinsky
Abigaille Lidia Fridman
Fenena Francesca Di Sauro
Il Gran Sacerdote di Belo Adriano Gramigni
Abdallo Giacomo Leone
Anna Vittoria Magnarello
direttore Riccardo Muti
visual artist Svccy
visual programmer Davide Broccoli
light designer Eva Bruno
Orchestra Giovanile Luigi Cherubini
Coro del Teatro Municipale di Piacenza
maestro del coro Corrado Casati
maestro di sala Davide Cavalli
Cambiare, rinnovarsi, sperimentare: sempre in nome della qualità artistica e di un incontro immediato con il pubblico più eterogeneo. È questo che fin dall’inizio ha caratterizzato l’appendice autunnale di Ravenna Festival: dalle produzioni pensate come scatole sceniche in grado di mutare sera dopo sera, alla commistione tra i linguaggi, e le epoche, più diversi, danza e poesia, teatro e musica, tecnologia virtuale e fondali onirici. E ora, ecco un altro spunto innovativo: il palcoscenico si spoglia per lasciare spazio alla musica e al canto, alla nuda interpretazione rivestita appena del gesto cromatico ed evocativo di un giovane visual artist.
Alla ricerca di nuove soluzioni sceniche capaci di restituire l’opera “in purezza”: con la piena adesione al dettato compositivo – che Riccardo Muti, ancora una volta sul podio della sua giovane orchestra, distilla indagando nelle pieghe della partitura; e al tempo stesso di esaltarne le atmosfere e gli stati d’animo più riposti. Verso una nuova scena, lontana dall’agire convenzionale del palcoscenico, ma anche dalla dimensione asettica del concerto; scevra da ogni intento didascalico, eppure calata nel cuore drammaturgico del testo musicale. Il testo infallibile dell’opera italiana: il lirismo tragico e lunare del capolavoro di Bellini e l’eroico anelito alla libertà che innerva Nabucco, così come il fremito espressivo che attraversa ogni singola pagina di Verdi.
Teatro Alighieri |
Nabucco
musica di Giuseppe Verdi
dramma lirico in quattro parti
libretto di Temistocle Solera
dal dramma Nabuchodonosor di Auguste Anicet-Bourgeois e Francis Cornu
e dal ballo Nabuccodonosor di Antonio Cortesi
(Prima rappresentazione Milano, Teatro alla Scala, 9 marzo 1842)
Universal Music Publishing Ricordi srl, Milano
revisione critica a cura di Roger Parker
in forma semi-scenica
Nabucco Serban Vasile
Ismaele Riccardo Rados
Zaccaria Evgeny Stavinsky
Abigaille Lidia Fridman
Fenena Francesca Di Sauro
Il Gran Sacerdote di Belo Adriano Gramigni
Abdallo Giacomo Leone
Anna Vittoria Magnarello
direttore Riccardo Muti
visual artist Svccy
visual programmer Davide Broccoli
light designer Eva Bruno
Orchestra Giovanile Luigi Cherubini
Coro del Teatro Municipale di Piacenza
maestro del coro Corrado Casati
maestro di sala Davide Cavalli
Cambiare, rinnovarsi, sperimentare: sempre in nome della qualità artistica e di un incontro immediato con il pubblico più eterogeneo. È questo che fin dall’inizio ha caratterizzato l’appendice autunnale di Ravenna Festival: dalle produzioni pensate come scatole sceniche in grado di mutare sera dopo sera, alla commistione tra i linguaggi, e le epoche, più diversi, danza e poesia, teatro e musica, tecnologia virtuale e fondali onirici. E ora, ecco un altro spunto innovativo: il palcoscenico si spoglia per lasciare spazio alla musica e al canto, alla nuda interpretazione rivestita appena del gesto cromatico ed evocativo di un giovane visual artist.
Alla ricerca di nuove soluzioni sceniche capaci di restituire l’opera “in purezza”: con la piena adesione al dettato compositivo – che Riccardo Muti, ancora una volta sul podio della sua giovane orchestra, distilla indagando nelle pieghe della partitura; e al tempo stesso di esaltarne le atmosfere e gli stati d’animo più riposti. Verso una nuova scena, lontana dall’agire convenzionale del palcoscenico, ma anche dalla dimensione asettica del concerto; scevra da ogni intento didascalico, eppure calata nel cuore drammaturgico del testo musicale. Il testo infallibile dell’opera italiana: il lirismo tragico e lunare del capolavoro di Bellini e l’eroico anelito alla libertà che innerva Nabucco, così come il fremito espressivo che attraversa ogni singola pagina di Verdi.
Teatro Alighieri | 16 December 2023 | at 12:00 AM
Norma
music by Vincenzo Bellini
tragedia lirica in due atti di Felice Romani
tratto da Norma, ou L’infanticide di Louis-Alexandre Soumet
(Prima rappresentazione Milano, Teatro alla Scala, 26 dicembre 1831)
Universal Music Publishing Ricordi srl, Milano
revisione critica a cura di H.C. Robbins Landon e G. von Noé
in forma semi-scenica
Pollione Klodjan Kaçani
Oroveso Vittorio De Campo
Norma Monica Conesa
Adalgisa Eugénie Joneau*
Clotilde Vittoria Magnarello
Flavio Riccardo Rados
direttore Riccardo Muti
visual artist Svccy
visual programmer Davide Broccoli
light designer Eva Bruno
Orchestra Giovanile Luigi Cherubini
Coro del Teatro Municipale di Piacenza
maestro del coro Corrado Casati
maestro di sala Davide Cavalli
*Paola Gardina sostituisce Eugénie Joneau indisposta
Cambiare, rinnovarsi, sperimentare: sempre in nome della qualità artistica e di un incontro immediato con il pubblico più eterogeneo. È questo che fin dall’inizio ha caratterizzato l’appendice autunnale di Ravenna Festival: dalle produzioni pensate come scatole sceniche in grado di mutare sera dopo sera, alla commistione tra i linguaggi, e le epoche, più diversi, danza e poesia, teatro e musica, tecnologia virtuale e fondali onirici. E ora, ecco un altro spunto innovativo: il palcoscenico si spoglia per lasciare spazio alla musica e al canto, alla nuda interpretazione rivestita appena del gesto cromatico ed evocativo di un giovane visual artist.
Alla ricerca di nuove soluzioni sceniche capaci di restituire l’opera “in purezza”: con la piena adesione al dettato compositivo – che Riccardo Muti, ancora una volta sul podio della sua giovane orchestra, distilla indagando nelle pieghe della partitura; e al tempo stesso di esaltarne le atmosfere e gli stati d’animo più riposti. Verso una nuova scena, lontana dall’agire convenzionale del palcoscenico, ma anche dalla dimensione asettica del concerto; scevra da ogni intento didascalico, eppure calata nel cuore drammaturgico del testo musicale. Il testo infallibile dell’opera italiana: il lirismo tragico e lunare del capolavoro di Bellini e l’eroico anelito alla libertà che innerva Nabucco, così come il fremito espressivo che attraversa ogni singola pagina di Verdi.
Palazzo Mauro De André | from 9 december
Jimmy Hogarth, Leo Abrahams, Chris Vatalaro, Gael Rakotondrabe,
Sam Dixon, as well as Julia Kent, Max Moston, Doug Wiselman and Mazz Swift from NYC
in esclusiva per l’Italia
For the first time in a decade, ANOHNI presents a series of concerts with the Johnsons and, responding to a time of upheaval, issues a challenge: It’s Time to Feel What’s Really Happening. Since the foundation of the band, in 1998 ANOHNI ha established a unique path as an artist with a focus on animist and eco-feminist themes: her musical journey has spanned genres – from electronic experimental to avant-classical, dance, and soul. After breakthrough success, ANOHNI achieved a nomination for an Academy Award (best song) for the environmentalist elegy Manta Ray. The artist reaches for courage, resilience, and ceremony in the face of an unprecedented contemporary landscape, and emphasizes: «for me, there’s no heavenly respite; Creation is a spectral and feminine continuum, and we remain an inalienable part of Nature».
Russi, Palazzo San Giacomo | Coming soon
Calexico
Summer European Tour
opening act
Don Antonio with Dalibor Pavičić
Ghost Guitars
Don Antonio guitar
Dalibor Pavičić guitar
Luka Benčić guitar, keyboards
Enrico Mao Bocchini drumkit
Gianni Perinelli saxophone, electronics
Danilo Gallo double bass
The state of the art of Tex-Mex music in the last three decades: this is Calexico, the duo formed by Joey Burns and John Convertino, who in the mid-nineties, already much more than just the rhythm section of Giant Sand, embarked on an instrumental rock adventure that was to reshape the mental physiognomy of Arizona, infecting listeners and encouraging disciples worldwide.
Don Antonio Gramentieri, the most international of the contemporary musicians from Romagna, has drunk from the fountain of their sonic wisdom, a place of imagination where languid melodies of eternal dusk unfold over boundless landscapes, hand in hand with a guitar that lulls and cradles, speaking a language that needs no codes.
Sala Dantesca | 02 July 2024 | at 6:00 PM
Via Sancti Romualdi 2024
Carlo Petrini
The future of food between sustainability and education
in collaboration with Associazione Romagna-Camaldoli
«Food is no longer nourishment and therapy. Rather, it makes our bodies sick through bad habits that favour quantity over quality. It makes our souls sick because it triggers severe social injustice. And it makes the planet sick because it is one of the biggest contributors to the climate crisis, for which it will pay a very high price.» “Carlin” Petrini is very determined, and has been so for some time. Activist, writer and gastronome, Petrini is the founder of the Slow Food movement (now in its 40th year) and of the first University of Gastronomic Sciences. Once again, he has turned his attention to food, insisting on the need for nutritional education through proper schooling: an invaluable tool for achieving the more sustainable future that the new generations are already demanding.
mar – Museo d’Arte della Città di Ravenna | Coming soon
Chicago Symphony Brass Quintet
Esteban Batallán trumpet
John Hagstrom trumpet
David Griffin horn
Michael Mulcahy trombone
Gene Pokorny tuba
music Verne Reynolds, Johann Sebastian Bach, James Mattern, Dmitrij Shostakovich, Derek Bourgeois, José Enrique Crespo
In an orchestra, the brass section provides sculptural power, verticality and solidity. But a brass section—trumpet, trombone, horn and tuba—can also stand alone and perform without an orchestra. Few orchestras in the world can boast a brass section like that of the Chicago Symphony Orchestra, which has long been known for its matchless brilliance and distinctive sound. For decades and generations, they have kept the tradition alive, offering a glorious display of skill in programmes that include surprising arrangements such as Bach’s Toccata or the movement from a Shostakovich string quartet, as well as brilliant pieces composed especially for this ensemble.
Palazzo Mauro De André | 09 June 2024 | at 9:00 PM
Orchestra Giovanile Luigi Cherubini
Riccardo Muti conductor
Simone Nicoletta clarinet
Franz Schubert
Ouverture im italianischen Stile in C major, op. 170 D 591
Wolfgang Amadeus Mozart
Clarinet Concerto in A major K 622
Alfredo Catalani
Contemplazione
Ferruccio Busoni
Turandot, orchestra suite op. 41 BV 248
«Everything in these pages is a sorrowful confession, serene wisdom transformed into sound, enlightened knowledge of beauty, happiness, and the transience of life» (Paumgartner). Mozart completed his final notes for Concerto K 622 in October 1791, just weeks before his untimely death, and there is no telling what other musical wonders he could have created, had he not passed away so soon. This clarinet masterpiece is now performed by Simone Nicoletta, an Italian talent who honed his skills in the “workshop” of the Cherubini Orchestra. The model that inspired Schubert’s overture in 1817, composed in a Vienna dominated by the genius of Rossini, is also Italian. Indeed, Italy’s interaction and exchanges with Europe were never interrupted: for example, witness Catalani’s Wagner-inspired poetic flow (1878), or Busoni’s bold innovations on Carlo Gozzi’s play (1905).
Basilica di San Giovanni Evangelista | From 7 July
Dilexi
Story of Galla Placidia in seven scenes
chamber opera for soprano, baritone, choir and ensemble
text Francesca Masi
music Danilo Comitini
Laura Zecchini soprano
Gianandrea Navacchia baritone
Coro & Ensemble 1685 del Conservatorio Giuseppe Verdi di Ravenna
Agnese Contadini harp
Raffaele Damen accordion
conductor Antonio Greco
commissioned by Ravenna Festival
Galla Placidia, born in the Ancient World and deceased in the Middle Ages, is evoked through seven episodes, seven thinking hearts, seven different cities: Milan, where she mourns at the funeral of her father Theodosius, celebrated by Bishop Ambrose; then Rome, Barcelona, Ravenna, Constantinople, and back to Ravenna, where she feeds on the words of Bishop Peter Chrysologus, then in Rome again, where she concludes her wandering life at the court of Pope Leo the Great, clutching her young son. The narrative, articulated in seven tableaux separated by silent pauses, begins with the last word uttered by Galla’s father: Dilexi, “I have loved”. The seven scenes are sung by the choir, to which the seven last words of Christ on the cross are entrusted. Symbolically, the concert takes place in the Church of St John the Evangelist, which Galla built in fulfilment of a vow she had made when she was in danger of being shipwrecked on her way back from Constantinople.